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RIFLESSIONI DI UNA GIOVANE DONNA

19 Giugno 2015

 

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Ogni anno in accordo con i Dirigenti scolastici ospitiamo ragazze delle scuole superiori che volontariamente decidono di dedicare qualche settimana, durante le loro vacanze estive, per svolgere uno stage nella nostra Associazione.

Pubblichiamo il pensiero della studentessa Elisa Bertato, stagista in questi giorni qui da noi.

 

Che si fugga dalla propria casa o dal proprio Paese non fa differenza, tutti vanno accolti.

Quando un uomo restringe la libertà di un donna con la violenza, fisica e/o psicologica, essa tende a restare nell'ombra per paura e per proteggere la sua vita. Quando una donna, però, decide di smettere di restare in disparte e di riprendersi in mano la propria vita, essa non può essere sola. Deve essere supportata, accolta e spesso si rivolge alle istituzioni che possono essere utili per cercare di affrontare il tutto nella massima serenità e affidabilità. Essa non va abbandonata mai, va accompagnata nel percorso che dall'ombra la riporta alla luce e nei casi più estremi va ospitata nelle strutture che le possono garantire la massima protezione. Le donne che subiscono violenza, la subiscono all'interno delle mura domestiche, il luogo che dovrebbe essere per loro più sicuro ed accogliente. 
In questo breve periodo all'interno del centro, ho appreso che le donne in difficoltà vengono aiutate in tutte le loro complessità e a fronte di quello che sta accadendo a coloro che raggiungono il nostro Paese per fuggire da realtà in cui c'è una situazione di violenza perenne, credo dovremmo agire allo stesso modo.
Negli ultimi tempi l'Italia è vista come una meta da raggiungere per trovare il benessere che molte persone non trovano nel luogo in cui vivono. Purtroppo non è proprio questo ciò che spesso trovano una volta qui. Donne, uomini, bambini costretti a percorrere migliaia di chilometri nel mare in barconi che ogni momento rischiano di affondare e poi, una volta arrivati fin qui, lasciati soli. Fra tutti i migranti che ogni giorno approdano nelle coste italiane, i minori soli non accompagnati sono tra i più vulnerabili; sono coloro che dovrebbero essere accolti e protetti adeguatamente subito, ed avere la possibilità di iniziare rapidamente il loro percorso di integrazione. La maggior parte di essi sogna di tornare a casa, ma se non viene riportata la pace nel Paese d'origine, l’Europa per alcuni sembra essere l’unica opzione per vivere una vita con dignità. Questo flusso di individui che ogni giorno raggiunge l'Italia ha nettamente diviso il pensiero comune: c'è chi pensa che tutti coloro che sbarcano nel nostro Paese debbano essere rispediti come un pacco postale al proprio mittente, ovvero il Paese d'origine di queste persone, e chi invece pensa che l'accoglienza sia un dovere umanitario al quale non ci si può sottrarre.
Gli esseri umani sono tutti piuttosto simili: amano i propri amici, le proprie famiglie, la propria casa. Non ci rinunciano facilmente. Ma bombe e proiettili li tengono lontani dal luogo che amano di più.  
Donne e uomini sono uguali quando la violenza si presenta davanti a loro e tutti, indistintamente dal luogo dal quale essi provengono, vanno aiutati.