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Addio a Lidia Menapace: partigiana, attivista e impegnata nei diritti delle donne

11 Dicembre 2020

Lidia Menapace

 

Lo scorso 7 dicembre è scomparsa all’età di 96 anni Lidia Menapace, partigiana, attivista e impegnata nei diritti delle donne.

Lidia Brisca (Menapace è il cognome del marito Nene con cui ha condiviso la vita) nasce a Novara nel 1924 e da giovanissima si unisce alla Resistenza diventando staffetta partigiana nella formazione della Val d’Ossola, con il nome di battaglia Bruna.

Nel dopoguerra rinunciò al riconoscimento economico destinato ai partigiani, come racconta nel libro Resistè: “Non ho fatto la guerra come militare e ciò che ho fatto non ha prezzo e non è monetizzabile.”

Importantissime per noi oggi la sua analisi riguardo il ruolo che le donne giocarono durante la Resistenza e la militanza antifascista: Lidia Menapace contestò sempre l’idea che le donne potessero essere solo staffette perché la lotta di liberazione è una lotta complessa.

Senza le donne che ricoveravano l’esercito italiano in fuga non avrebbe potuto esserci la Resistenza.

E per questo, nonostante Togliatti avesse chiesto alle donne di non partecipare alla sfilata della Liberazione a Milano, Lidia Menapace quella sfilata la fece comunque: “Sono ex tante cose ma non ex partigiana, perché essere partigiane è una scelta di vita”.

 Si laurea a 21 anni nel 1945 con il massimo dei voti in letteratura italiana.

Assieme a Waltraud Gebert Deeg, è la prima donna eletta nel consiglio provinciale di Bolzano nel 1964 e, in quella stessa legislatura, anche la prima donna ad entrare nella giunta provinciale come assessora alla Sanità.

Inizia ad insegnare presso l'Università Cattolica fino al 1968, quando, a seguito della pubblicazione di un documento intitolato Per una scelta marxista, non le viene rinnovato l'incarico. 

Nel 1968 esce dalla Democrazia cristiana, della quale, ormai, non condivide più la linea politica. Simpatizza per il Partito comunista italiano e nel 1969 è tra i fondatori del primo nucleo de «Il manifesto». 

Convinta sostenitrice della partecipazione e della politica, specie quella vissuta dal basso. A partire dagli anni ‘70 ha continuato la sua attività in associazioni, movimenti, incarichi istituzionali con un impegno che si caratterizza da subito e sempre per il femminismo e il pacifismo.