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Cosa hanno portato le madri costituenti nella nostra Costituzione?

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Il 2 giugno 1946 segna un giorno fondamentale per i diritti delle donne: è il giorno in cui per la prima volta le donne vanno al voto, per decidere quale sarà la forma di governo dell’Italia post-seconda guerra mondiale.

Quel giorno vanno a votare 12 milioni di donne, contro 11 milioni di uomini: la decisione da prendere era quella tra Monarchia e Repubblica, e si dovevano eleggere i rappresentanti e le rappresentanti all’Assemblea Costituente che aveva il compito di redigere la nuova Costituzione.

Quel giorno, vengono elette per la prima volta 21 donne all’Assemblea Costituente: Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria Federici, Nadia Spano, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Nilde Iotti, Maria Jervolino De Unterrichter, Teresa Mattei, Angela Merlin, Angiola Minella, Rita Montagnana, Marina Nicotra, Teresa Noce, Ottavia Penni Buscemi, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi. 

Ciascuna di loro aveva un proprio bagaglio di esperienza politica, arricchito anche dall’impegno per la lotta antifascista, e tutte erano dotate di un bagaglio culturale acquisito nelle università, ma anche nel corso delle loro vite, sia da un punto di vista di sensibilità sociale che politica.

Pur nelle loro differenze culturali, avevano una visione avanzata dell’emancipazione femminile, ed è questa visione che traspare anche nella nostra Costituzione: le madri costituenti portano avanti l’idea secondo cui le donne devono potersi affermare nel lavoro, nella scena pubblica, nella cultura e nella famiglia, il tutto senza omologarsi agli uomini.

I valori che hanno orientato e ispirato le nostre madri costituenti furono il valore della persona, della pari dignità, della giustizia sociale e dell’eguaglianza “di fatto”, per poter garantire a tutti e tutte un livello di benessere economico, sociale e culturale.

Questi valori sono ben riflessi nella nostra Costituzione, e in particolare in sette articoli in cui si vede l’influenza delle donne dell’Assemblea Costituente: infatti, le madri costituenti hanno lavorato nelle commissioni, partecipato ai dibattiti in Aula, ma hanno anche contribuito alla stesura degli articoli stessi; cinque di loro (Nilde Iotti, Maria Federici, Lina Merlin, Teresa Noce, Ottavia Penni Buscemi) furono infatti elette nella “Commissione dei 75”, incaricata della vera e propria stesura della Costituzione.

Gli articoli della Costituzione dove l’intervento e l’influenza delle madri costituenti sono evidenti, sono gli articoli 3, 29, 30, 31, 37, 48, 51.

L’articolo 3 è uno degli articoli fondamentali della Costituzione, ed è relativo all’uguaglianza: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

L’espressione “senza distinzione di sesso” era stata inizialmente considerata superflua da molti dei loro colleghi uomini; le costituenti sottolinearono però l’importanza di esplicitare l’espressione. Questo perché all’interno della cultura del paese, del suo ordinamento e nelle condizioni economiche e sociali, le discriminazioni nei confronti delle donne erano ancora molto diffuse: le donne erano considerate ancora come il “sesso debole”.

Inoltre, il secondo comma dell’articolo fa riferimento all’uguaglianza “di fatto”, e fu proprio Teresa Mattei, la più giovane tra le donne, a proporre l’inclusione di questo concetto.

Gli articoli 29, 30 e 31 sono incentrati sulla famiglia, e su questi temi lavorò in particolare Nilde Iotti, la quale sottolineò la necessità di un grande cambiamento all’interno di questo istituto, visto che all’epoca c’era ancora una grande arretratezza storica sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista culturale.

Nell’articolo 29 si sottolinea l’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, il che costituisce una radicale innovazione rispetto al passato, così come anche l’articolo 30 sul rapporto genitori-figli, che tutela anche i figli nati fuori dal matrimonio.

L’articolo 31 si concentra invece sulle misure di welfare (come diremo oggi) necessarie per le famiglie, particolarmente quelle numerose, e prevede che la Repubblica protegga la maternità, l’infanzia e la gioventù “favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Questo articolo in particolare fu discusso nella terza Commissione Diritti e Doveri in campo economico e sociale, dove furono relatrici Teresa Noce, Lina Merlin e Maria Federici.

L’articolo 37 riguarda invece il diritto al lavoro e la parità nel lavoro: "La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione […]”.

Il testo è indubbiamente chiaro e attuale, e non sarebbe stato possibile senza l’influenza e l’intervento delle costituenti.

Fondamentali sono anche gli articoli 48 e 51, sulla partecipazione politica e sull’accesso ai pubblici uffici e alle cariche pubbliche, che viene esteso in egual modo agli uomini e alle donne.

Su questo tema le madri costituenti dovettero affrontare anche una sconfitta: la bocciatura dell’emendamento che proponeva l’accesso delle donne in magistratura; emendamento che fu proposto da Teresa Mattei, Maria Maddalena Rossi e Maria Federici, ma che fu sostenuto con convinzione da tutte le donne dell’Assemblea Costituente.

Solo diciassette anni dopo, nel 1963, il Parlamento approvò una normativa specifica che consentì l’accesso alle donne a tutti gli incarichi pubblici, magistratura compresa.

Le madri costituenti si impegnarono anche su moltissimi altri temi, come la scuola e l’istruzione (sia per quanto riguarda la scuola pubblica che la scuola paritaria), nonché sulla diffusione della cultura per abbattere gli stereotipi offensivi riguardo le donne in generale - temi che ad oggi sono ancora molto discussi ed attuali, a dimostrare quanto le donne dell’Assemblea Costituente fossero all’avanguardia nelle loro idee.

Da parte loro ci fu anche un impegno importante nell’affermazione della pace come valore fondante della Repubblica, e di conseguenza di una politica estera basata sulla cooperazione tra i popoli, che hanno portato alla stesura dell’articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali […]”.

Le madri costituenti sono state donne di prime volte: prime a votare, prime ad essere state elette, prime ad entrare nei palazzi istituzionali, prime a rappresentare le italiane e gli italiani; e sono una parte fondamentale della storia italiana, in quanto dimostrano come (nonostante le loro individuali differenze, ma anche proprio grazie ad esse,) attraverso il gioco di squadra e un fronte unito, sia possibile superare le singole ideologie per il bene comune dello Stato, dei cittadini e delle cittadine e di tutte le donne.