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QUELLO CHE LE DONNE NON DICONO-lettera ai media

10 Agosto 2012

thCARKFXOS

Gentile Direttore,

desideriamo esprimerle il nostro disagio per come i mezzi di comunicazione hanno affrontato le ultime vicende di sangue che hanno visto donne vittime dei loro partner.

Titoli come “ho ucciso perché mi tradiva”,“Cocaina, sesso e cinghiate. Uccisa dopo 8 ore di litigio”, Voleva lasciarlo per un altro: «L’avevo pedinata per sapere», cercano di dare delle giustificazioni a comportamenti che invece non ne hanno; e così nella maggior parte dei casi viene attribuita alla donna, che purtroppo non può ribattere, la responsabilità della propria morte, come conseguenza di qualche comportamento sbagliato.

Così è come se la donna venisse uccisa due volte, la prima con le mani, la seconda con le parole.

Siamo convinte che i mezzi di comunicazione giochino un ruolo fondamentale quando devono informare su questo tipo di vicende. Purtroppo invece, in molti casi, le parole dell’assassino vengono riportate senza che ne sia messa in dubbio la veridicità, senza pensare che egli sta cercando un’attenuante, che quasi sempre si ritrova nell’infedeltà o nell’intenzione della donna di porre fine alla relazione.

Per questo facciamo un appello ai mezzi di comunicazione affinché trattino con la dovuta obiettività i casi di violenza sulle donne. Solo così si restituisce a tutte le donne vittime dei loro carnefici la dignità che meritano.

Nessun tipo di comportamento può mai giustificare il ricorso alla violenza nei confronti di un’altra persona.